Innoveneto ha chiesto alla dott.ssa Alfonsa Martelli, coordinatrice di RIBES Nest di raccontare la Rete Innovativa Regionale.
Cos’è e cosa rappresenta la RIR RIBES-Nest?
RIBES-Nest è una rete innovativa regionale, riconosciuta dalla Giunta Regionale del Veneto con Dgr 1967 del 2016, che raggruppa imprese del territorio che operano nell’Ecosistema Salute e Alimentazione Smart e ‘soggetti della conoscenza’ ovvero istituzioni di ricerca, come Università, Enti di Ricerca, Business School. RIBES-Nest nasce per implementare l’innovazione in nuovi propri prodotti o processi produttivi “science-based”, spesso caratterizzati dalla trasversalità e multidisciplinarietà; partecipare a progetti di ricerca interaziendali finanziabili a livello regionale, nazionale o europeo; aumentare l’interazione e il dialogo tra mondo produttivo e quello della ricerca, sostenere lo sviluppo economico del territorio regionale e realizzare partnership che aiutino ad affrontare il mercato globale in modo più competitivo e strutturato.
Dopo alcuni anni di attività quale bilancio può fare?
Le attività di RIBES-Nest hanno consentito di creare un ecosistema di valori e obiettivi condivisi e di sviluppare nuove importanti partnership, sia tra aziende, università e istituti di ricerca, che tra aziende di diversi settori e dimensioni, grandi, medie e piccole. I 4 progetti di ricerca attivati finora hanno dato la possibilità ai partecipanti di individuare tecnologie emergenti e innovative per lo sviluppo di nuove soluzioni sostenibili e nuovi prodotti o servizi. In questi anni, RIBES-Nest ha operato come “radar” delle tecnologie emergenti e catalizzatore dello sviluppo producendo un vantaggio competitivo significativo per il network e per le singole aziende.
Qual è stata la sfida più importante che avete dovuto affrontare?
La Rete si caratterizza per l’attenzione ad ambiti complessi e articolati identificabili come Scienze della Vita. La sua ampiezza numerica in termini di realtà produttive aderenti ma anche le diverse dimensioni dei Soci, unite alla forma giuridica scelta hanno reso particolarmente impegnative le fasi di avvio dell’impresa, che oggi dispone di una sua organizzazione completa e efficace. Ciononostante, come per molti, anche per RIBES-Nest non è stato facile portare avanti le proprie attività durante il lockdown e la fase di emergenza pandemica del 2020, che purtroppo continua. Per una Rete di imprese e di istituzioni di ricerca il confronto tra i soci è fondamentale e l’impossibilità di organizzare incontri ed eventi ha certamente influito sulle attività. Abbiamo dovuto esercitare la nostra capacità di essere resilienti e ben presto abbiamo modificato le modalità di interazione da fisica a virtuale, a ibrida. Tuttavia, a seguito dell’emergenza sanitaria le Reti Innovative Regionali sono state chiamate a proseguire il loro lavoro, concentrandosi sulle particolari esigenze che potessero risultare utili per migliorare la risposta scientifica alla pandemia e le attività di prevenzione. RIBES-Nest ha dunque avviato un processo di scouting e confronto dedicato alle tematiche critiche emerse nella fase pandemica, identificate con dei macro-obiettivi settoriali che hanno permesso di approfondire le nuove necessità dei Soci e di adattare i progetti di ricerca al mutato contesto di riferimento.
Come valuta il rapporto tra i membri della rete? Sono aumentate le collaborazioni tra imprese e imprese e strutture di ricerca grazie alla rete?
RIBES-Nest è formata da 6 Soggetti della Conoscenza e da 48 Aziende che complessivamente producono un fatturato di quasi 18 miliardi di euro e contano oltre 20.000 dipendenti. Il modello della Rete Innovativa Regionale ha aiutato i Soci a collaborare, aggregando competenze diverse e creando una sinergia tra le imprese e tra aziende ed enti di ricerca. In alcuni casi, le collaborazioni si sono sviluppate anche in ambiti e progetti esterni a quelli della Rete. Fondamentale è anche l’interazione tra aziende ed enti di ricerca, che si è sempre di più strutturata e rafforzata. Il modello delle Reti Innovative Regionali ha infatti il merito di fondere competenze e creare nuove sinergie, in una logica multidisciplinare e di ‘filiera dell’innovazione’ necessarie per essere protagonisti della transizione verso modelli economici più sostenibili, per rendere più competitivo il nostro territorio.
Quanto aiutano le iniziative regionali nello sviluppo della rete? Quali opportunità sono nate?
La Regione ha voluto fortemente promuovere il modello delle Reti Innovative Regionali ed è grazie al suo impegno che questo modello ha potuto imporsi come una delle novità più rilevanti degli ultimi anni nell’ecosistema dell’innovazione regionale e anche italiano. Da poche settimane si è, ad esempio, concluso il processo di revisione partecipativa della nuova Strategia di Specializzazione Intelligente (S3 Veneto) che definisce le priorità di sviluppo delle RIR e i temi su cui investire individuando obiettivi e azioni per gli investimenti in ricerca e innovazione. La ridefinizione delle priorità di ricerca ha avviato un percorso di ascolto delle richieste provenienti da imprese, mondo accademico e della ricerca, pubblica amministrazione, società civile e cittadini da parte della Regione Veneto per raccogliere il maggior numero possibile di idee. Questo consentirà di disegnare una S3 sempre più vicina alle esigenze e alle necessità nel campo della ricerca e dell’innovazione di tutti i cittadini e delle aziende venete. Costruire insieme una strategia efficace significa rendere il sistema regionale della ricerca e dell’innovazione capace di rispondere alle esigenze di sviluppo delle imprese del territorio, rispondendo ai bisogni sociali di salute, benessere, sostenibilità ambientale, per rendere il Veneto sempre più competitivo e all’avanguardia.